Il laboratorio Soil as Experience si declina in una pratica di esplorazione del suolo che implica una dimensione anche estetica, percettiva e scientifica. I due artisti hanno indagato il suolo e il materiale organico, inorganico, aereo, roccioso che lo costituisce. Il suolo è assunto come paradigma, in quanto mondo di relazioni: il gas, l’aria, le rocce, le acque, gli organismi viventi che lo formano si nutrono a vicenda. Durante il workshop, il gruppo di lavoro ha lavorato assieme, osservando e compiendo azioni manuali alternando esperienza pratica e discussione, inglobando saperi diversi di tipo scientifico, geologico, botanico, filosofico, antropologico e mettendo assieme conoscenze esperte e locali. L’obiettivo è stato quello di affrontare la complessità del mondo, incarnata in un territorio specifico e in modo condiviso, attraverso una pratica artistica, facendo esperienza diretta dell’interdipendenza tra l’umano e il non umano, per ripensarci come parte di un campo di relazioni ed energie mutanti.
condotto da: Andrea Caretto, artista; Raffaella Spagna, artista; Alessandra Pioselli, curatrice
Questo workshop mira a presentare nuovi modi di visualizzazione dei dati e i vantaggi dell'utilizzo creativo di una serie di tecniche per generare nuove idee e aiutare il processo decisionale, promuovere la cultura scientifica e migliorare le connessioni tra tecnologie dirompenti, arte e design (realtà aumentata, intelligenza artificiale, arte Digitale, disegno industriale, stampa 3D in ceramica, prototipazione). L'artista condividerà con i partecipanti i processi sviluppati: dalla definizione degli obiettivi alle tecniche utilizzate, da una prospettiva artistica e sociale, e come utilizzare la visualizzazione dei dati come forza trainante per narrazioni innovative. I partecipanti creeranno i loro progetti sulla base delle questioni rurali di cui sono interessati nei loro territori.
Actividad subvencionada por el Ministerio de Cultura y Deportes de España. condotto da: Maite Cajaraville, artista
Partendo da alcune partiture di testo e protocolli di Pauline Oliveros, del collettivo Blank Noise e noi stessi, questo workshop mira a essere una piattaforma per riflettere insieme sulle esperienze di genere (ascolto) nello spazio pubblico e per disimparare alcuni dei comportamenti che si presume siano appropriati , sicuri o previsti quando camminiamo. Alcuni primi passi sono mettere in discussione le asimmetrie nelle relazioni di potere spaziale e immaginare insieme pratiche di cura, solidarietà, riappropriazione o ribaltamento che potrebbero alimentare altre configurazioni e pratiche spaziali.
condotto da: Elena Biserna, curatrice e performer